Su Agenda Digitale – Digital360, un’analisi dei nostri Daniela De Pasquale e Massimiliano Pappalardo sui deepfake e su come tutelarsi secondo le normative vigenti nel nostro Paese.
Il fenomeno dei deepfake è complesso. Si tratta di materiale audiovisivo creato grazie a software di intelligenza artificiale i quali, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.
I pericoli derivanti da un uso improprio di questo tipo di materiale possono essere gravi: si parla di immagini che potrebbero distruggere una reputazione, compromettere rapporti, mettere fine a carriere o, persino, indurre le vittime in momenti di fragilità a gesti estremi.
Ovviamente non tutti i contenuti audiovisivi generati con l’intelligenza artificiale sono illeciti, ma è comunque utile prendere in esame alcune ipotesi di utilizzi contrari alla legge.
La prima domanda da porsi è se il nostro ordinamento giuridico sia già provvisto dei necessari anticorpi per prevenire o, comunque, contenere l’abuso delle straordinarie possibilità che l’intelligenza artificiale generativa è in grado di offrire: la risposta, per quanto vi sia spazio per un miglioramento, è positiva.