Non più professionisti e dilettanti, ma «lavoratori sportivi» e «volontari»: questa la principale novità della recente Riforma dello sport. A decorrere dal 1° luglio 2023, infatti, nei settori professionistici il lavoro sportivo, prestato dagli atleti come attività prevalente, si presume oggetto di un contratto di lavoro subordinato.
Sulla riforma c’è stato un ampio dibattito, che ha interessato anche il mondo legale, chiamato ad assistere diverse società sportive.
Antonio Ranalli ha condotto per
ItaliaOggi un interessante approfondimento e, tra gli intervistati è stato sentito anche
Riccardo Maraga, secondo cui “
Centrale è la distinzione tra “lavoratore volontario”, che ha diritto a percepire solo il rimborso delle spese sostenute, e “lavoratore sportivo” in senso stretto, che percepisce un corrispettivo per l’attività svolta e può essere assunto con un contratto di lavoro subordinato, autonomo o come co.co.co., sulla base della effettiva natura del rapporto”.