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Equo compenso per gli editori: che fine ha fatto il value gap? Un approfondimento a cura di Daniela De Pasquale

Su Agenda Digitale, un approfondimento a firma della nostra Daniela De Pasquale sulla Direttiva 790/19 sul diritto d’autore e diritti connessi nel mercato unico digitale e sul cosiddetto “value gap”, ovvero il divario tra il valore percepito dai creatori di contenuti giornalistici e quello ottenuto dagli intermediari che distribuiscono in rete tali contenuti.
Come testimoniato dal recente braccio di ferro tra Meta e SIAE, il rapporto tra content provider e piattaforme continua ad essere difficile. Già in principio, nel 2019, la Direttiva 790 fu accolta con grandi polemiche, dovendo stabilire un non facile equilibrio tra le esigenze di tutela della libertà di informazione, espressione e creatività e quelle delle imprese content provider; altrettante proteste accompagnarono nel 2021 il decreto attuativo della Direttiva, il quale stabilì definitivamente un principio di responsabilità in capo alle piattaforme che, dopo esserne state informate, utilizzassero senza autorizzazione contenuti protetti dal diritto d’autore per effetto della comunicazione al pubblico di opere protette effettuate dai propri utenti, con il rischio di una possibile censura dei contenuti per effetto di un abuso dei rimedi apprestati ai titolari dei diritti.

Oggi ci occupiamo delle procedure per il calcolo dell’equo compenso per gli editori di testate giornalistiche proposte dalle piattaforme.

Per approfondire, l’articolo completo è disponibile al seguente link